Michele Ilari, Medico Chirurgo

Specialista in Chiurgia Pediatrica
Incarico di Alta Specializzazione in Chirugia Oncologica Pediatrica
Ospedale Materno Infantile "G. Salesi"
Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona



"È NECESSARIO PREMETTERE CHE…"

così cominciava la presentazione della mia tesi di laurea il 31 Marzo 1995, discussa presso l’aula Valdoni dell’ Università "La Sapienza" di Roma ed “E’ necessario premettere che…” è molto difficile conoscere completamente se stessi, perché si possa dire comprensibilmente “questo sono io”!...

Quel giorno, ancora “nevoso”, mi accompagnò come Relatore di tesi, il Professor Carlo Marcelletti, un uomo molto particolare, formatosi anche lui con "niente" e dal "niente" e che era arrivato ad essere nominato il Responsabile della Cardiochirurgia pediatrica in un Ospedale ad Amsterdam, l’Academisch Medisch Centrum prima, e poi, per "volere" di Papa Giovanni Paolo II, il Responsabile della Cardiochirurgia e Trapianto di cuore pediatrici dell’ Ospedale Bambino Gesù di Roma contribuendo a far diventare il reparto negli anni "a venire", un’eccellenza di livello mondiale.

Quell’evento mi segnò ovviamente non solo dal punto di vista "professionale", ma anche e molto dal punto di vista "umano", perché Carlo Marcelletti era una persona con un carisma molto "forte" che si muoveva dall’ Ospedale, per venire ad assistermi al "conseguimento" della Laurea in Medicina. In quel mio "primo" percorso "romano", mio cugino Ciano e sua moglie Anna Maria mi aiutarono molto, e a loro dovrò sempre riconoscenza assoluta, pur non frequentandoli purtroppo “più”.

Mio padre Alfonso invece, era morto qualche tempo prima e non era riuscito a "vedere" nemmeno a quale Università mi fossi iscritto. Ho avuto la fortuna di convivere con mio papà, pochissimo, purtroppo! Anche lui era un uomo "carismatico", severo e con un profondo senso della famiglia e dello Stato; fu costretto, durante la II guerra mondiale, dopo la firma dell’Armistizio, in un campo di concentramento nella attuale Russia Orientale, periodo del quale non parlava mai e che lo "faceva" piangere ogni qualvolta ascoltasse l’inno nazionale Italiano anche solo prima di una partita di calcio.

Mi ha insegnato il rispetto per gli altri e per le cose, anche e soprattutto quelle "pubbliche", la correttezza dei comportamenti e l’attaccamento indiscusso alla famiglia, il senso di appartenenza e come valutare e considerare le persone "vicine" e con cui si collabori.

Mi rimane un grande rispetto, soprattutto del suo "ricordo"; non riesco a descriverne la sensazione, ma si tratta di un sentimento che mi costringe in ogni mio comportamento e ne definisce le caratteristiche.

Il giorno della mia Laurea, fu la prima e l’ultima "cosa" che conobbe invece mia madre della mia carriera di medico, perché morì anche lei qualche anno dopo durante i miei primi anni di Specializzazione in Chirurgia Pediatrica

CONTINUA...



 
 

Le cose che (forse) non so sull’alcol, sul fumo e (di sicuro) sulla droga…


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Chrirugia robotica


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I tumori solidi in età pediatrica


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Michele Ilari, Medico Chirurgo

Specialista in Chiurgia Pediatrica
Incarico di Alta Specializzazione in Chirugia Oncologica Pediatrica Ospedale Materno Infantile "G. Salesi"
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"È NECESSARIO PREMETTERE CHE…"

così cominciava la presentazione della mia tesi di laurea il 31 Marzo 1995, discussa presso l’aula Valdoni dell’ Università "La Sapienza" di Roma ed “E’ necessario premettere che…” è molto difficile conoscere completamente se stessi, perché si possa dire comprensibilmente “questo sono io”!...

Quel giorno, ancora “nevoso”, mi accompagnò come Relatore di tesi, il Professor Carlo Marcelletti, un uomo molto particolare, formatosi anche lui con "niente" e dal "niente" e che era arrivato ad essere nominato il Responsabile della Cardiochirurgia pediatrica in un Ospedale ad Amsterdam, l’Academisch Medisch Centrum prima, e poi, per "volere" di Papa Giovanni Paolo II, il Responsabile della Cardiochirurgia e Trapianto di cuore pediatrici dell’ Ospedale Bambino Gesù di Roma contribuendo a far diventare il reparto negli anni "a venire", un’eccellenza di livello mondiale.

Quell’evento mi segnò ovviamente non solo dal punto di vista "professionale", ma anche e molto dal punto di vista "umano", perché Carlo Marcelletti era una persona con un carisma molto "forte" che si muoveva dall’ Ospedale, per venire ad assistermi al "conseguimento" della Laurea in Medicina. In quel mio "primo" percorso "romano", mio cugino Ciano e sua moglie Anna Maria mi aiutarono molto, e a loro dovrò sempre riconoscenza assoluta, pur non frequentandoli purtroppo “più”.

Mio padre Alfonso invece, era morto qualche tempo prima e non era riuscito a "vedere" nemmeno a quale Università mi fossi iscritto. Ho avuto la fortuna di convivere con mio papà, pochissimo, purtroppo! Anche lui era un uomo "carismatico", severo e con un profondo senso della famiglia e dello Stato; fu costretto, durante la II guerra mondiale, dopo la firma dell’Armistizio, in un campo di concentramento nella attuale Russia Orientale, periodo del quale non parlava mai e che lo "faceva" piangere ogni qualvolta ascoltasse l’inno nazionale Italiano anche solo prima di una partita di calcio.

Mi ha insegnato il rispetto per gli altri e per le cose, anche e soprattutto quelle "pubbliche", la correttezza dei comportamenti e l’attaccamento indiscusso alla famiglia, il senso di appartenenza e come valutare e considerare le persone "vicine" e con cui si collabori.

Mi rimane un grande rispetto, soprattutto del suo "ricordo"; non riesco a descriverne la sensazione, ma si tratta di un sentimento che mi costringe in ogni mio comportamento e ne definisce le caratteristiche.

Il giorno della mia Laurea, fu la prima e l’ultima "cosa" che conobbe invece mia madre della mia carriera di medico, perché morì anche lei qualche anno dopo durante i miei primi anni di Specializzazione in Chirurgia Pediatrica

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Le cose che (forse) non so sull’alcol, sul fumo e (di sicuro) sulla droga…


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